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Le rinnovabili secondo Legambiente. Incontro con Edoardo Zanchini - di MARGHERITA D'AMICO
Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente

 Vicepresidente di Legambiente, responsabile del settore energie rinnovabili, Edoardo Zanchini spiega con gentile fermezza posizione e obiettivi dell'Associazione, nei mesi scorsi toccata da malumori locali e interni riguardo un progetto di fotovoltaico a Cutrofiano, in Puglia. 

 La storia di Cutrofiano è semplice: ci sembrava un progetto originale. A differenza dei comitati che ce l'hanno tanto con noi, crediamo nel fotovoltaico a concentrazione, che permette di fare agricoltura integrata. Una macchina sopraelevata sotto cui si può coltivare. Il progetto che appoggiavamo a Cutrofiano non era nostro, ma finanziato da tedeschi. Se vogliamo parlare dei problemi di quella zona, allora, è piena di cave. Abbiamo realizzato un rapporto, mentre altri non si sono mossi. 

 Però, non è stato esattamente percepito che quel progetto non fosse vostro. Era di Azzero CO2, di cui lei è consigliere; una srl di cui sono soci Legambiente, Kyoto Club (no profit di cui fanno parte aziende del settore energetico alternativo e non solo) e Ambiente Italia (collegata a esponenti di Legambiente in termini di collaborazioni e partecipazioni). C'è chi pensa che questa vostra vena imprenditoriale stenti a conciliarsi con l'ambientalismo tout court. 

 Se è per questo, fioriscono pure leggende sui nostri rapporti con Sorgenia, ci hanno persino accusati di esserci venduti. La verità è che da tempo abbiamo acquistato il 10% di Sorgenia Menowatt, una società che si occupa di risparmi energetici nell'illuminazione pubblica. Ci è parso un investimento intelligente.

 Per completare il quadro, alla vostra bravura anche in campo imprenditoriale si unisce una certa inclinazione per la politica. Guardando gli esempi di Ermete Realacci, Chicco Testa, Roberto Della Seta, la presidenza di Legambiente sembrerebbe l'anticamera delle aule di Camera e Senato.

 Forse, ma sempre in modo limpido e ciascuno con le proprie idee. Se pensiamo che Chicco Testa è passato a capo della corrente nuclearista e noi... siamo sempre qui.

 D'accordo, ma oggi cos'è Legambiente? Una spa, un movimento politico o una onlus ambientalista?

 Legambiente è un'associazione di cittadini. Certamente ambientalista, ma con una sua connotazione e priorità precise. Vogliamo contribuire a costruire un nuovo scenario energetico in questo Paese e per chiudere le centrali fossili bisogna puntare su altro. Se un progetto è fatto bene lo condividiamo, alla luce del sole. Poniamo i cambiamenti climatici in cima alla nostra lista di interventi.

 Però pure i disboscamenti, l'aggressione alla biodiversità e in particolare all'avifauna per quanto riguarda l'eolico, il cemento e l'acciaio degli impianti, non sono così salutari per il clima. In Puglia, per esempio, si assiste a un vero e proprio sacco del territorio.

 Non da parte delle rinnovabili. Lì intanto gli alberi sono pochissimi, giusto gli uliveti. Gli uccelli non sono cretini, vedono le pale; c'è una letteratura su questo e stiamo comunque realizzando uno studio specifico. Inoltre, lungo le rotte migratorie non si possono mettere torri. Ma i problemi in Puglia e altrove sono ben altri, in testa l'abusivismo edilizio. Anche noi preferiamo che il fotovoltaico si faccia sui tetti, ma di qui a dire che quello a terra è un problema dell'ambiente in Italia, bisogna essere orbi. Comunque, da gennaio finiscono i finanziamenti e non si farà più.

 Non i mega impianti, in teoria, ma quelli piccoli sì. E dei primi rimarranno i progetti approvati. L'eolico invece prosegue a ritmo sostenuto. Anni fa avevate valutato che il territorio italiano potesse supportare tremila MW, oggi l'Anev stabilisce una soglia di 16mila.

 L'abbiamo detto noi? Mi pare strano, siamo già a 6mila realizzati e altrettanti in fase di approvazione. Ma ben vengano: riteniamo l'eolico fondamentale, capace di fornire risultati straordinari. Proprio nei comuni rinnovabili della Puglia il 30% di tutti i fabbisogni è soddisfatto da queste risorse alternative.

 Legambiente ha aderito al Comitato Nazionale Salviamo il Paesaggio, una rete di associazioni e comitati che si è riunita e costituita nell'autunno scorso e ha come obiettivo, appunto, la tutela del territorio, della natura e del paesaggio. Molti gruppi sono contrari a eolico e fotovoltaico a terra. Ritenete di essere in linea con gli obiettivi del progetto?

 Noi siamo fra i promotori del progetto, e le nostre posizioni sono note e dichiarate, per chi voglia aderire. La lotta contro il consumo di suolo è qualcosa che portiamo avanti con impegno costante, ma è il cemento che stravolge in modo irreversibile l'80% dei comuni italiani, mentre solo il 3% ha impianti eolici. Le serre per le coltivazioni occupano molto più territorio del fotovoltaico.

 Di recente vi siete risentiti contro la Regione Toscana per un'autorizzazione negata.

 Certo. La Commissione di VIA ha bocciato con procedura barbara tre impianti eolici in aree prive di vincoli e di impatti sull'avifauna. Peccato che gli stessi garanti per l'impatto ambientale abbiano dato l'ok all'Autostrada Tirrenica che sta sventrando la Maremma.

 Esistono vostri circoli formati sul territorio dai cittadini, i quali ricevono da Legambiente sostegno per battaglie molto coraggiose e copertura economica nel caso di azioni legali, ormai purtroppo costosissime. E' un po' come se l'Associazione avesse due anime?

 Ma no, quando serve noi siamo di battaglia. Parlavamo di Sorgenia, ma abbiamo sostenuto il comitato locale contro il rigassificatore di Aprilia.

 Già, abbiamo provato a contattarli ma non abbiamo trovato riscontro.

 I comitati si formano, si sciolgono a volte.

 La grande stima di cui Legambiente è storicamente depositaria non è a rischio nel momento in cui l'interlocuzione con le istituzioni non si limita a discussioni di principio ma a necessari accordi per la realizzazione di progetti, e può venir meno l'indipendenza?

 No, ripeto, noi interloquiamo con tutti, se ci sembra giusto. Facciamo anche accordi con i costruttori, e lo rivendichiamo. Pensiamo che si debba costruire in modo diverso, e diamo il nostro contributo.

 Posto che nel percorrere una linea imprenditoriale in sé non c'è nulla di male, qui si tratta senz'altro di scelte trasparenti e legittime, non pensate che Legambiente abbia compiuto una consistente trasformazione rispetto agli inizi? Come vi considerate, rispetto alle altre associazioni?

 Reputiamo affini, direi "cugine", WWF e Greenpeace. Il WWF è concentrato sui suoi parchi, ma come noi crede nelle rinnovabili. Sta attualmente sviluppando un accordo con Banca Intesa e Solon, un'azienda europea, per un'installazione di pannelli fotovoltaici. Sull'eolico offshore, Greenpeace è quasi sempre con noi.

 Riguardo gli impianti per le rinnovabili, quanto viene riforestato in Italia secondo i parametri dettati dal Protocollo di Kyoto rispetto agli espianti o abbattimenti effettuati?

 Da noi non esiste alcuna politica nazionale di rimboschimento, ma da vent'anni, a causa dell'abbandono agricolo, su Appennino e Prealpi aumentano i boschi.

 

  

Data: 19/12/2011
Autore: MARGHERITA D'AMICO
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