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MANUALE DI CONVIVENZA - Aiutare le api
Wang il signore delle api - foto presa da Repubblica.it

 Anche oggi in terrazzo c’è un gran viavai di insetti: le farfalle si posano sui fiori della borragine, le coccinelle si nascondono tra le foglie delle rose e le api sembrano essere attratte in particolar modo dalla lavanda. E’ proprio delle api che il Manuale di Convivenza si occuperà in questa puntata, perché sono in pericolo principalmente a causa dei pesticidi chimici, ancor oggi utilizzati nell’assurda guerra degli uomini contro gli insetti.
 Anche gli erbicidi hanno una grande responsabilità nella vita delle api, poiché avvelenano il terreno e non rendono possibile la nascita di piante spontanee tanto importanti per la vita di tutti gli animali selvatici.
 In città le api sono ancora più rare: da alcuni studi condotti sembrerebbe che l’inquinamento sia il principale responsabile della loro diminuita presenza, in quanto le polveri sottili e altre sostanze tossiche si depositerebbero sulle piante e sui fiori, alterandone o limitandone molto i profumi.
 Per fortuna sono nati molti gruppi a tutela di questo splendido insetto da cui abbiamo veramente molto da imparare; grazie a studi recenti abbiamo infatti scoperto alcune cose molto interessanti sul loro conto.
 Una delle cose più stupefacenti che caratterizzano le api è che comunicano alle compagne la localizzazione esatta del cibo e la sua qualità mediante una danza caratterizzata da una sequenza ben precisa e codificata di movimenti.
 E poi come non ricordare che le api sono da sempre state prese ad esempio per la precisione con cui costruiscono gli alveari: un microcosmo perfetto, dove ogni individuo che fa parte del gruppo che lo abita ha il suo ruolo e il suo lavoro, finalizzato alla sopravvivenza e al successo riproduttivo.
 Tra i ruoli più conosciuti, abbiamo ovviamente quello dell’ape regina - l’unica in grado di riprodursi e per questo presente in un unico esemplare all'interno dell'alveare - e quello del fuco, ovvero del maschio, che ha il compito unico di fecondare la regina: per questo motivo, avendo cioè portato a termine il suo compito, muore dopo appena una stagione.
 All'opposto ci sono le operaie, femmine sterili, che si occupano di tutto il necessario per la vita stessa dell’alveare, vale a dire i lavori di pulizia, il nutrimento della regina e delle larve, la trasformazione del nettare in miele. Ma non finisce qui, perchè all’interno del gruppo delle operaie vi sono molte altre specializzazioni.
 Vi sono ad esempio gli individui che hanno come compito la costruzione dei favi, e poi le spazzine che si occupano della pulizia, per non parlare di quelle che mantengono la temperatura interna all’alveare a un livello tale da non essere troppo calda . Questo obiettivo lo raggiungono grazie alle loro ali, che con il movimento creano piccole correnti d’aria.
 
Vi sono poi le guardiane, che si occupano della sicurezza difendendo l'alveare dai nemici esterni.
 
Il compito più impegnativo a cui si dedicano le operaie è sicuramente la ricerca del polline, svolgendo in questo modo una funzione importantissima anche per la riproduzione delle piante. Si tratta infatti di un lavoro molto gravoso che comporta continui viaggi tra alveare e fonte di cibo, e che può essere molto rischioso.
 
Molti uccelli infatti si nutrono delle api, e forse il più famoso è il Gruccione, uno dei volatili selvatici più variopinti d’Europa. Ma anche il Falco pecchiaiolo è un nemico terribile, tanto per gli insetti che per l’intero loro alveare: non tutti sanno che questo rapace si nutre anche del miele, e che ha sviluppato tecniche raffinatissime per rendere innocui i pungiglioni delle api.
 
Bisogna riconoscere che la società degli uomini ha molto in comune con quella delle api – nonostante quest'ultima certamente funzioni meglio - ma non è solo per questo motivo che questi insetti meritano la nostra protezione. Infatti la loro scomparsa determina un impoverimento della biodiversità animale e vegetale: si pensi al ruolo fondamentale di impollinatrici, come anche alla loro produzione di miele che rappresenta una fonte di cibo per molti animali.
 
Per aiutarle in ambiente cittadino non ci vuole molto: possiamo favorire la presenza nei nostri giardini e terrazzi di fiori come quelli della salvia dei prati,  del timo, delle margherite, del rosmarino, della violetta di parma, della calendula e di molte altre piante, privilegiando le essenze autoctone.
 
Inoltre, possiamo continuare a sensibilizzare le persone che perseverano nel considerarle pericolose, non sapendo che si tratta di animali assolutamente pacifici se non disturbati, al pari di altri animali selvatici. Questi insetti meritano la nostra tutela, anche perché molti non sanno che, probabilmente, una buona parte del cibo che noi mangiamo è dovuto al loro prezioso lavoro di impollinatrici.

 

Data: 06/08/2011
Autore: ANDREA BRUTTI
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Wang il signore delle api - foto presa da Repubblica.it 
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