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L'eolico rischia di distruggere la Collina delle Ninfe a Giuggianello. "Vendola sostiene gli imprenditori": rivolta dei comitati del Salento
Impianto eolico in costruzione

Forse nessun altro paesaggio italiano custodisce le tracce di una storia plurimillenaria quanto il Salento, ancora in larga misura identico a quello modellato dagli antichi Messapi. In quell’estremo lembo della nostra Penisola, nel minuscolo comune di Giuggianello, nell'entroterra di Otranto, esiste un luogo che rappresenta una sorta di compendio della cultura e della storia del Tacco d’Italia: la Collina dei Fanciulli e delle Ninfe. In questo luogo incantato, tra gli ulivi secolari e i tipici muretti a secco, ognuna delle civiltà qui fiorite nel corso dei secoli ha lasciato una testimonianza. Le gigantesche pietre sacre scolpite dalla pioggia e dal vento, i dolmen, i menhir, le chiese rupestri paleocristiane e bizantine: tutto contribuisce a fare della collina un piccolo pantheon della cultura della terra d’Otranto, con tanto di miti e leggende popolari che si perdono nella notte dei tempi.

 

Un tesoro tuttavia poco considerato dagli Il paesaggio naturale del Comune di Giuggianelloamministratori, nel caso della Puglia esponenti di un partito, Sinistra Ecologia e Libertà, che fa della difesa del territorio e della natura il proprio cavallo di battaglia. "Proprio l’ente Regione Puglia, senza nemmeno una valutazione d’impatto ambientale, ha approvato la costruzione sulla Collina dei Fanciulli e delle Ninfe di un mega impianto eolico per un totale di ben venti enormi aerogeneratori distribuiti tra i comuni di Giuggianello, Minervino e Palmariggi," denuncia Oreste Caroppo, rappresentante del Coordinamento Civico di Maglie per la tutela del territorio e della salute dei cittadini. Così gli antichi ulivi dai tronchi scultorei, le querce, i resti archeologici, i massi sacri sono in pericolo. Sembra inevitabile che scompaiano a causa delle opere di sbancamento necessarie a costruire le gigantesche torri eoliche: streghe, folletti e spiriti lasceranno il posto a un esercito di ben più temibili giganti, che dall’alto dei loro 125 metri domineranno tutto l’entroterra del basso Salento. La Collina dei Fanciulli e delle Ninfe rischia dunque di essere sacrificata in nome di un malinteso concetto di ecologia, secondo cui l’energia vuol definirsi pulita anche quando per produrla è stato necessario distruggere un angolo di natura e arte unico al mondo. Per tacere dell’impatto devastante e permanente sul paesaggio costituito da questi filari di mastodontiche strutture, pericolose anche per gli uccelli. Basta attraversare in auto le Murge per rendersi conto di quanti danni siano già stati inflitti al territorio pugliese.

 

Manifestanti davanti al Masso d'ErcoleL’affaire assume poi i contorni del paradosso, perché il paese di Giuggianello è stato insignito di un riconoscimento quale capitale morale dei piccoli comuni d’Italia per l’anno 2010-2011, proprio sotto il profilo della tutela del territorio. Con tanto di cerimonia conclusiva, appena qualche giorno fa, alla presenza del Governatore Nichi Vendola il quale, come sottolinea Caroppo, “non solo ha autorizzato di suo pugno i due impianti di Giuggianello e Palmariggi attraverso gli uffici preposti, ma ha incaricato alcuni avvocati (sostenendo il loro mandato con denaro pubblico) di rappresentare le due ditte eoliche interessate al Consiglio di Stato contro le due sentenze del TAR di Lecce a esse sfavorevoli. Le imprese erano infatti state fermate dai ricorsi presentati da Italia Nostra, dai rappresentanti della cittadinanza, dalla Provincia di Lecce e dai comuni limitrofi di Otranto, Poggiardo, Muro Leccese, Uggiano la Chiesa e Giurdignano”.

 

In risposta alle innumerevoli critiche, Vendola si sarebbe dichiarato sostanzialmente impotente. "Ha sostenuto di non poter ritirare le autorizzazioni concesse alle ditte eoliche," spiega ancora Caroppo "per non incorrere nel rischio di una richiesta di risarcimento danni alla Regione. Specie adesso che esiste in loro favore una sentenza del Consiglio di Stato. Sentenza che, guarda caso, le ditte hanno ottenuto proprio grazie al fatto che lui si è costituito in loro difesa!”

 

Ma in nome di quel patrimonio paesaggistico e culturale che fa ricco il Sud e che, parafrasando Margaret Mitchell, rischia di scomparire portato via dal vento, il Forum Ambiente e Salute del Grande Salento, il Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino e l’Associazione Radicale Save Salento - che si battono ormai da anni contro questo e altri scellerati progetti di “stupro industriale” - non hanno alcuna intenzione di demordere. Presenteranno al Presidente della Repubblica una petizione promossa da Italia Nostra, per cui sono state raccolte più di mille firme in pochi giorni.

Data: 28/09/2011
Autore: LUIGI GAETANI D'ARAGONA
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Impianto eolico in costruzione La "Serra di Giuggianello" Manifestanti davanti al Masso d'Ercole sulla Collina delle Ninfe 
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