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EmergenzaGiornata della diseducazione ambientale a Villa Mazzini
Si registrano nuove vittime nel campo delle gestione del verde urbano; colpiti simultaneamente la formazione ambientale di scolari delle elementari, Club Service e Villa Mazzini. Si ripropone la solita domanda “Chi sbaglia di più Giufà o chi
Giornata della diseducazione ambientale a Villa Mazzini

Villa Mazzini è l’unica area pubblica di valore storico esistente a Messina in quanto possiede una struttura di tipo caratteristicamente informale romantico considerato l’andamento dei vialetti interni e la presenza di angoli e visuali artificialmente realizzati mediante manufatti (grotte, laghetto, particolari angolazioni visuali e prospettive) con i quali viene definito il clima estetico tipico dei giardini di questo stile, mentre la caratterizzazione del piano vegetazionale è data dalla composizione botanica nella quale si denota la decisa prevalenza di specie di origine tropicale e sub tropicale in accordo con il gusto romantico affermatosi nel secolo scorso ed evidente in Sicilia nei giardini palermitani dell’800.

Portare dei bambini delle elementari all’interno di questo contesto storico e fargli piantare delle specie vegetali completamente estranee alla popolazione botanica che identifica la tipologia del giardino siciliano è un atto di ignoranza ed inciviltà verso gli scolari e verso il Club Service.

Visto che alcuni amministratori si lamentano spesso dell’inciviltà dei messinesi, cioè di chi gli ha permesso di governare, che diano loro un segno di civiltà.

Basterebbe riportare gli stessi scolari dentro Villa Mazzini e spiegare loro che

- non si è agito nel rispetto dell’impianto stilistico di una Villa, come Villa Mazzini, rappresentante un raro esempio cittadino di giardino siciliano ispirato ai modelli del romanticismo anglosassone affermatosi in Sicilia nel corso dell’Ottocento.

- il frassino, l’erica, la ginestra ed il corbezzolo fatti collocare a dimora sono estranei all’impianto originario delle Villa che, quindi, viene completamente alterato

- solo specie vegetali alloctone quali Palmae (Phoenix, Washingonie, Chamadorea e di Cycadaceae), Araucariaceae, Agaveceae tra cui la Nolina recurvata, di Moraceae quali i maestosi Ficus Magnoloides, le Strelitzie auguste identificano i caratteri stilistici del parco ponendolo, per come già scritto, nella corrente romantica dei giardini siciliani, di fondamentale ispirazione anglosassone, ma unici nel loro genere proprio per l’imponente presenza di esemplari della flora tropicale e sub  tropicale importate nell’Isola nel corso del 1800.

- l’inserimento di nuove specie botaniche in un contesto preesistente ed altamente caratterizzato deve essere eseguito nel rispetto dei canoni originari e non può essere stabilito in base alle disponibilità di qualche vivaio o ad una scelta casuale.

- le specie di nuovo impianto hanno bisogno di insolazione diretta e non dovevano essere poste in zone ombreggiate(vedi photogallery).

- è un errore collocare a dimora nuove specie senza tenere conto della loro crescita al fine di evitare l’insorgere di competizioni con alberate esistente (vedi photogallery).

- le piante vanno curate costantemente e non basta piantarle e poi abbandonarle a se stesse in quanto possono disseccare (vedi photogallery).

- le aiuole di questi particolari giardini devono essere tenute prive di vegetazione con particolari accorgimenti tecnici.

- credere di arredare le aiuole (percepiti quali spazi vuoti da qualche incompetente), inserendo fioriture stagionali o peggio ancora del prato con il conseguente impianto di irrigazione, significa stravolgere l’impostazione originaria del giardino siciliano e compromette lo stato vegetazionale di alberi provenienti da regioni a clima tropicale, cresciuti in assenza di apporto irriguo e per i quali l’improvvisa variazione del regime idrico determina un elevatissimo stress (vedi le Chorisie dell’Orto Botanico).

- si dovrebbe garantire un minimo di decoro e di cura del contesto nel quale vengono realizzate queste iniziative di educazione ambientale evitando di ospitare scolari in spazi evidentemente privi di cura (vedi photogallery).

Ma per far questo bisognerebbe vivere in una città civile nella quale gli Amministratori si sarebbero rivolti a persone competenti, gli esperti di una città civile avrebbero fornito agli scolari informazioni corrette, Amministratori ed esperti di una città civile avrebbero saputo guidare con cognizione di causa l’incolpevole Club Service nella realizzazione di un’iniziativa valida, i genitori degli scolari di una città civile avrebbero reclamato sapendo che ai loro figli sono stati dati insegnamenti errati all’interno di spazi decisamente poco vivibili qual è oggi Villa Mazzini (vedi photogallery) .

Per quanto sopra, ammirando l’attualità del detto latino “Simili cum similia”, ci si potrebbe anche convincere di come gli abitanti di una città civile non avrebbero delegato la cura di beni pubblici ad amministratori che si consultano con esperti capaci di annientare la storia della nostra città distruggendo o danneggiando gli ultimi elementi di questa memoria (come nel caso delle Cycas della Fiera, delle Chorisie dell’Orto Botanico, dell’alberata di Villa Mazzini) o di vanificare la riqualificazione di spazi ampiamente fruiti dalla cittadinanza come nel caso dell’area di Capo Peloro vicina all’ex Sea Flight (vedi photogallery).

Non sarebbe logico chiedersi se i rappresentanti eletti da una città di incivili siano in grado di fare una cosa civile considerato che non provengono da aree geografiche ad elevato grado di civiltà ma sono l’espressione democratica di tanta inciviltà?

 

Data: 16/06/2010
Autore: saverio tignino
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