L’Aquila, 4 luglio 2010.
Per fortuna c’erano i rondoni.
Il loro volo e i fischi allegri hanno spezzato il silenzio irreale di una città distrutta e senza presenza umana. Hanno rallegrato una passeggiata in un momento intenso e drammatico.
Il loro volo ha ridato speranza e un’anima ad una visita di un gruppo di artisti naturalisti e urban sketcher che si sono incontrati a L’Aquila per rappresentare in immagini dipinte ed emozioni la sensazione e la tristezza di un centro cittadino ridotto a macerie.
Con rispetto e silenzio siamo entrati con permesso nella zona rossa con i caschetti e con una guida locale e ci siamo fermati dove ritenevamo adatto trasformare in acquarelli e schizzi quello che vedevamo e ci provocava l’emozione di ritrarlo.
Io ho volutamente inseguito gli alberi e le forme di vita rimaste e fotografato per speranza le erbe e i fiori che nascevano in mezzo alle pietre e alle strade abbandonate. Perché la natura vince sempre e aiuta a dare un messaggio di vita che rinasce sempre e comunque…
E allora presenze colorate in mezzo a tanto grigio, ecco piccoli fiorellini, erbe selvatiche, piccoli spazi guadagnati e rubati al cemento e alle pietre ammucchiate.
Gli alberi. Sì, anche gli alberi hanno sopravvissuto alla tragedia e sono là, testimoni di un verde che anche da solo è capace di continuare il suo ciclo. Bellissimi tigli, querce, pini sono ancora presenti e se pur lasciati a loro, sono forti come e più delle pietre cadute!
Ci sono ancora bellissimi alberi secolari e centenari, e si spera tornino a vedere gli uomini e un po’ di amore anche per loro, isolati in tanta desolazione.
Poi ci sono i cani, abbandonati, che girano nelle macerie in cerca di qualche ciotola di cibo che non troveranno più lasciato dagli umani per loro, e magari una carezza… Ma anche loro sono lì e con la loro tristezza che si legge in faccia come fossero anch’essi cittadini di case non più agibili.
Ma sarà proprio così, purtroppo saranno stati lasciati dalle famiglie una volta traslocati in situazioni difficili. E li vedi in piccoli gruppi o isolati, che dondolano tra un palazzo e l’altro.
Un giro fuori e dentro la zona rossa, abbiamo incontrato le poche persone nella piazza principale e parlato con loro. Riunite nell’antico bar che ha riaperto.
Gli abruzzesi sono forti e tosti, ce la faranno, si sentono abbandonati ma credono molto in se stessi e nella capacità di ricominciare: da ammirarli….
Nonostante tutto L’Aquila c’è, con dignità, ferita e distrutta ma non finita, perché persone come Antonio, che si batte con l’Assemblea cittadina, sono ancora in piedi per dare un futuro ad una città ricca di storia che ha passato tante peripezie nei secoli.
Questa una delle più gravi, ma ce la farà, se l’aiutiamo tutti con rispetto e forza di volontà.
Quei rondoni ci ricordano questo, la vita prosegue e non abbandona i luoghi più difficili.
Quel fischio di gioia di questi uccelli in mezzo al cielo dell’Aquila ci fa sperare e sentire nel cuore tanta tristezza ma speranza e un poco di gioia per piccole creature che volano per aiutarci a capire che l’anima umana è sempre capace di ricominciare a vivere, così come una città apparentemente morta….
Noi siamo con L’Aquila e l’abbiamo voluta dipingere e fermare con i nostri dipinti nel profondo del cuore per non dimenticarla….
Se volete vedere il lavoro effettuato dagli artisti in questa giornata potete collegarvi al nostro blog e lasciare i vostri commenti. Aiutate noi ma soprattutto diamo visibilità agli amici aquilani che ci hanno accompagnato e ci chiedono di dare la loro voce con i nostri disegni…
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Alessandro Troisi ha visitato L'Aquila nei giorni scorsi con il gruppo Ars et Natura per ridisegnare il volto di una città ferita, realizzando foto e video.