Di colpo, la Valle dei Platani di Villa Borghese si è tinta di giallo. Le chiome degli alberi monumentali appaiono sofferenti.
Se da un lato, osservando da vicino i rami più bassi, molte foglie sembrano attaccate dal mal bianco, o meglio microsphaera platani, una sorta di muffa filamentosa color del latte, in alto e in grande abbondanza mostrano una tinta autunnale.
I due fenomeni sembrano tanto distinti quanto improvvisi: appena il 27 giugno mostravamo sul Respiro.eu numerose immagini degli stessi platani, apparentemente nel massimo splendore.
Un evento rilevante e di certo assai invasivo, da poco concluso, avvenuto nella centenaria Valle dei Platani, è lo scavo e la messa in opera della contestatissima condotta dell'Acea, malgrado le proteste di associazioni e cittadini.
Difficile ma non impossibile mettere in diretta relazione l'attuale fenomeno con i lavori. Muffe, magari parassiti. O forse un innaturale disseccamento da arsura? Quando le trincee sono state effettuate a distanza ravvicinata dalle radici di patriarchi attorno ai quali si sta pensando di creare un museo naturale.
Peraltro, a prescindere da tale intervento e come si è già avuto occasione di segnalare, le condizioni dell'intera Villa sono deplorevoli. E oggi colpisce la coincidenza: un così prezioso ecosistema in perfetto equilibrio attraverso i secoli che sembra vacillare dopo il passaggio di ruspe, carburanti, metalli e attrezzerie.
In ogni caso non sta a noi giudicare, ma agli esperti che invitiamo ad accorrere per valutare la situazione.
Peter Raven, considerato il più grande botanico vivente, un anno e mezzo fa aveva chiesto che la condotta dell'Acea fosse posta ad almeno 100 metri dagli alberi, poiché lo scavo rischiava di deviare le acque naturali, privandoli di fondamentali nutrimenti. Il tubo è stato invece interrato a 12 metri dal primo platano.