In questa notte buia e tempestosa in cui viviamo, ultima delle molte  che l'umanità ha attraversato nella sua storia e certo una delle più decisive, la coraggiosa barca dell'ambientalista si trova ad affrontare burrasche e tempeste sempre più minacciose  per frequenza e proporzioni. La megalomania e l'ignoranza di chi comanda, la disattenzione alle cose vere, ai bisogni reali degli esseri viventi, le decisioni politiche equivalenti a guerre aperte alla terra e i suoi abitanti e la terra che si rivolta con gli sbalzi climatici, gli tsunami, i cicloni, i terremoti, la sparizione, ogni giorno che passa, di centinaia di specie animali e vegetali. Tutto sta dipingendo un paesaggio così fosco che molti preferiscono non guardare, e quelli che vogliono guardare , gli ambientalisti, ne sono profondamente sgomenti.
  In India si dice: "Per vivere bene, tienti vicino ai buoni e ai grandi".
  I buoni e i grandi - di queste due qualità la bontà viene per prima - sono coloro che possiedono una forza positiva capace di trasmettersi a chi viene loro accanto, e di risvegliare a sua volta l'energia dell'altro. 
  Sono i "Phares", i fari, di cui parlava  Baudelaire, i personaggi luminosi che incarnavano l'indispensabile qualità del senso, del significato.
  Ha senso, significato, qualcuno o qualcosa che è bene, che produce bene: fari per l 'umanità, fasci di luce che si tengono alti nel buio e orientano e confortano. Baudelaire elencava i grandi testimoni delle arti visive. Leonardo - che era vegetariano -  e Rembrandt, Michelangelo, Goya, Delacroix, pittori dell'attenzione al dolore dell'esistenza e della ricerca di riscatto.
  Aggiungiamo allora all'elenco dei Phares di Baudelaire i grandi scrittori provvisti anche della qualità della bontà, una bontà superiore, universale.
  Per chi ama e ha a cuore la Terra e i suoi figli, questi Fari sono innanzitutto Teofrasto, Henry David Thoreau e Jean Giono.
  Sentire le loro voci, ascoltare il loro messaggio, è navigare meno soli, navigare orientati. Un giorno, forse, approdare a un porto il cui nome è serenità. La felicità per gli umani è possibile solo a sprazzi, ma la serenità, sì, è possibile restarle abbastanza a lungo accanto.
 Teofrasto di Ereso è il più importante teorico della pietà e della giustizia verso tutti i viventi del mondo greco antico .
 La sua opera, Perì eusèbeias, Della Pietà, è stata recentemente risuscitata dall'oblio in cui giaceva da più di duemila anni da uno studioso italiano, Gino Ditadi, provvisto esemplarmente non solo di una grandissima cultura ma anche di una altrettanto grande gentilezza verso il vivente.
  La sua, che è la prima edizione critica italiana, è un gioiello di libro, con  magnifiche  raffigurazioni sui vasi attici di gesti di tenerezza verso le bestie  e di sacrifici incruenti, i più antichi, originari, con offerta di fiori e di spighe anziché di animali .
  E' un libro un po' caro e raro da trovare e forse è più semplice richiederlo direttamente alla Casa Editrice, la Isonomia di Este (Padova), telefax 0429-55783. Ogni riga di questo libro è un conforto per il cuore, averlo vicino sul comodino, solo vedere la sua copertina con un dettaglio dell'Ara Pacis, la Madre Terra fra fiori, animali, e un figlioletto che le offre un frutto, ha un potere rasserenante.
  Un altro Faro è Henri David Thoreau e il suo Walden. Vita nel bosco. Walden è il diario dei suoi due anni di vita solitaria vicino a un lago, nei boschi del Massachusetts  dove Thoreau, l'autore cui si ispireranno Gandhi e tutte le controculture contemporanee, andò ad abitare tra il 1845 e il 1847.
  I  passaggi dove ai racconti di vita pratica in una capanna di legno in mezzo agli alberi e alle riflessioni personali si alternano le descrizioni dei momenti incantati della natura, dei suoi suoni ,dei suoi alberi,  dei colori e delle presenze degli animali, fanno di questo libro un letto di rose, una finestra dell'anima spalancata su un infinito paesaggio fiorito. 
  Walden.Vita nel bosco è stato tradotto in Italia dall'editore Donzelli nel 2005.
  Il terzo faro è il preziosissimo racconto L'uomo che piantava alberi di Jean Giono, un libro tradotto in Italia dall'Editore Salani e che nel Belpaese che legge poco ha venduto più di 250.000 copie. La storia vera di un uomo, un semplice pastore, che nella solitudine di una sterminata area desertica della Francia, senza nulla chiedere  e nella massima semplicità e ostinazione nella sua generosità, ha piantato giorno dopo giorno, anno dopo anno, guerra mondiale dopo guerra mondiale, semi bagnati in quel terreno arido, ripopolando alla fine un'intera regione non solo di alberi ma di vita.
  Questa storia magnifica ha ispirato un bellissimo film d'animazione di Frédérik Bach, Oscar  1988, che ogni bambino e ogni politico dovrebbe vedere.
  Tre fari luminosi. Teniamo lo sguardo a loro, alla loro luminosa scia. 

La rubrica di Luciana Marinangeli per Il Respiro