Giusto ieri la Coldiretti ha diramato un discutibile comunicato sostenendo l'opportunità di acquistare per Natale abeti veri, anziché quelli in plastica, per combattere l'inquinamento. Ha anche sostenuto come argomentazione la quantità di CO2 trattenuta dalle piante durante il periodo della crescita in vivaio.
Il discorso è semplicemente mostruoso e va respinto in blocco.
L'abete natalizio, anzitutto, non è affatto una tradizione italiana, ma nordica.
Nei paesi innevati, l'abete sta fuori e non in casa. Rimane al suo posto, felice nella neve, e i bambini lo guardano dalla finestra.
Acquistare un abete nel vaso per farlo morire di caldo nei nostri salotti, coperto di nastri sintetici e fili elettrici, e buttarlo poi via dopo quindici giorni, è un'azione stupidissima, brutta e diseducativa.
Oltretutto, uno spreco privo di senso.
Alcune città sostengono progetti di ripiantumazione degli abetini, una volta usciti dalle vostre case: dove? E per farne cosa, poi?
Siamo nel 2010, viviamo in Occidente, abbiamo mille modi per festeggiare il Natale.
Uno, è quello di rispettare la vita degli alberi.