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IL PAESAGGIO E' UNO STATO D'ANIMO - La burrasca che sale
Luciana Marinangeli e' scrittrice, francesista e presidente dell'Associazione l'Alberata

  Venti gradi di temperatura l'altro ieri. Zero gradi ieri: neve e ghiaccio. Pioggia torrenziale ieri notte. Cielo azzurro oggi. Le forze naturali  hanno assunto negli ultimi tempi  un andamento affannoso, tumultuoso, come se il fiume della vita stesse incontrando sassi, durezze, non visti prima e che vogliono affermare la presenza di una oppositività generale sorta da poco. C'è una litigiosità universale che sembra pervadere il cielo e la terra , non solo tra gli uomini ma tra gli stessi elementi.
  Non è la vita che si è stravolta, non e' il mondo che sta per finire, come molti credono di avvertire. Semmai questa litigiosità, questi contrasti, sono segno di vitalità, di una forza o di più forze che vogliono esserci, che sono portatrici di energia anche se le loro manifestazioni spaventano chi è poco preparato al mutamento, alla legge fondamentale della vita, che tutto è cambiamento e transito. I cinesi  antichi avevano un bellissimo proverbio:" Gran confusione, quindi tutto bene". Confusione, ossia fusione assieme, che non è male, anzi è bene, se è bene tutto ciò che unisce e male tutto ciò che divide.
  Così non è male la confusione generata dalla fortissima e puntuale conpresenza  di buone e cattive notizie che ci arrivano in contemporanea da tutte le parti. In confusione va particolarmente l'ambientalista, bombardato simultaneamente da storie di iniziative bellissime, belle al di là di quanto ha sperato o immaginato, e di catastrofi per mano d'uomo.
 
 Notizie belle: parte il progetto europeo  di protezione e sviluppo del delta del Po. I tribunali amministrativi di Calabria, Lazio, Liguria e Veneto riducono i tempi dei calendari venatori con le loro deroghe abusive. Aumentano gli appassionati di birdwatching. La civilissima Arezzo , prima città italiana , aderisce al piano  "Porta la Sporta" realizzando borse in stoffa riciclata che sostituiscano le montagne di inquinantissime plastiche, carte e fiocchi natalizi. Negli ultimi anni sono aumentati gli estimatori dei pipistrelli, animali utilissimi che aiutano l'uomo perché mangiano tonnellate di insetti nocivi , con grande risparmio di pesticidi. L'economista Gunter Pauli indica nella  Blue Economy la strada per avviare decisamente il mondo verso una nuova economia. Il suo principio è semplice: imitare la natura. In natura , dice Pauli, non esistono disoccupati e neppure rifiuti, perchè ognuno ha un compito preciso e nulla viene sprecato , gli scarti degli uni diventano materia prima per altri, ed è possibile costruire un'economia florida senza creare prodotti con ciò che non abbiamo. Negli USA il progetto di rinascita nucleare cui aveva ceduto anche Obama si è bloccato perché la società Constellation che si era impegnata a costruire un reattore si è ritirata dal progetto, ed è stata immediatamente premiata dagli investitori con l'aumento dei suoi valori in borsa. Il Louvre adotta in tutte le sue sale le lampade a basso consumo. L'Unione Europea approva un'importante risoluzione a favore delle api e dell'apicoltura, "servizio pubblico di valore ambientale e di valore strategico per la società". Tutte notizie bellissime.
 
E tante notizie bruttissime:, grandi e piccole in contemporanea:  nel Sud dell'Italia, mezzo milione di persone nel salernitano rimaste senz'acqua per l'esondazione del fiume Sele. Amputati i bellissimi spettacolari rami paralleli al suolo dell'antichissima quercia monumentale di Colli  San Pietro, sfigurata e abbandonata agli insetti attraverso le grandi ferite da taglio, mai curate dai potatori incoscienti. Minaccia di essere ucciso lo splendido pino secolare che ombreggia tutto un quartiere romano, a via Pompeo Magno.  Le tartarughe marine sono quasi estinte , uccise durante la pesca . Le tigri sono rimaste  solo in 3.200, mentre un secolo fa erano 100.000. 
 
In Italia aumentano le spese militari mentre  quelle per l'ambiente sono solo il 3% dei finanziamenti: il ministro dell'economia ha dichiarato che l'ambiente e la cultura "non si mangiano".
 
Che fare? Disperarsi? Ignorare? Combattere? Relativizzare?
 
Dopo anni di combattimento, personalmente ho  esplorato da poco una strategia diversa, che presento spesso a chi sempre più frequentemente esprime preoccupazione, se non proprio paura, per un avvenire che sembra cupo,  avviato a una fine: non a caso molti hanno abboccato alla diceria della presunta fine del mondo nel 2012- per fortuna l'autore, un messicano, è stato messo in carcere per "turbativa pubblica".  Io dunque ho provato qualcosa di diverso: invece di combattere l'idea della fine, di una cultura e della natura e del mondo, ho provato a seguire fino in fondo l'ipotesi che siamo al termine di un grande ciclo, quello che gli indiani chiamano Kali Yuga, ciclo finale di un periodo, di un'era, cui seguirà una rinascita. Ho cercato di immaginarmi addirittura visivamente che ogni albero sulla terra veniva abbattuto , ogni fiume cementificato, ogni specie estinta: ho provato ad accettare la morte, di tutto.
 
Ebbene, attraversato questo tunnel doloroso, ne sono uscita pressoché tranquilla: ho ricominciato a combattere, ma con distacco, soffrendo molto meno e riuscendo anche a tranquillizzare gli spaventati. Credo che ciò sia avvenuto come ogni volta che ci rendiamo conto che siamo liberi solo di accettare, come mi diceva il mio Maestro, lo psicoanalista Mario Moreno, pupillo di Ernst Bernhard, colui che portò il pensiero di Jung in Italia. "In fondo siamo liberi solo di accettare", mi disse un giorno Moreno, ed io allora mi infuriai terribilmente, perché avevo 23 anni e scambiavo "accettare" con "subire". Ma accettare significa sapere che qualcosa c'è, fa parte del resto del panorama, e non subire ma agire tenendo presente questa realtà.
 
E allora dobbiamo convivere e abituarci all'idea che tutto può finire o deve finire o finirà - ed è l'idea della nostra personale morte che dobbiamo renderci presente e accettare anziché reprimere e sfuggire. 
 
Ci può aiutare se siamo credenti l'idea della rinascita successiva. Se non siamo credenti  forse ci aiuterà la vista della natura, dove tutto si trasforma e niente viene sprecato, come ci sta dicendo la Green Economy.

 

La rubrica di Luciana Marinangeli per Il Respiro

 

 

     

     

Data: 20/12/2010
Autore: LUCIANA MARINANGELI
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