 E il passero di Lesbia non era chiuso in un'orrida gabbietta...!
E il passero di Lesbia non era chiuso in un'orrida gabbietta...!
         
Pensando ai poveri uccellini chiusi in gabbia, tanto più umano ci appare il comportamento degli antichi, che li tenevano liberi di scorrazzare.
Passero, svago della mia ragazza -
gioca con te, ti tiene sempre in grembo
e quando hai fame ti dà l'unghia e tu
mordicchi provocato - quando lei,
qusta mia nostalgia della luce,
cerca il gioco - perché? - un ristoro
da una sua pena (è la mia fede) pace
da un fuoco greve - potessi
giocare insieme a te così, placare
questa torbida angoscia del mio cuore.
Catullo, "I canti", introduzione e note di Alfonso Traina, traduzione di Enzo Madruzzato, Milano, BUR, 1982.
