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ProgettoLe parole del Lupo
Il punto di vista
Le parole del Lupo

La storia del lupo, recentemente salvato negli Appennini, è diventata per la 3E dell’I. C Santini di Noventa Padovana occasione di scrittura particolarmente coinvolgente.Riporto due testi che hanno sviluppato la seguente consegna
Ripensa al filmato del lupo. Racconta la storia da due punti di vista diversi:
a)    immagina tu di essere il lupo
b)    immagina di essere la donna che lo ha riportato in vita con la respirazione bocca a bocca.


 Testo 1)
Mi aggrappo ai rami che vedo sporgere dal terreno vicino al fiume, e alla speranza che qualcuno mi soccorra, mi aiuti. Ma non vedo nessuno.
Predo le forze, e la corrente del fiume cerca in tutti i modi di spingermi sott'acqua. E' inverno, l'acqua è gelata.
Penso che solo poche ore fa correvo spensierato tra i boschi che conosco così bene, mentre ora sento solo un gran freddo. Aumenta ancora di più il senso di tristezza, paura e malinconia che provo.
Lo so, tra poco chiuderò gli occhi e nessuno più si ricorderà di me. Vedo degli uomini in lontananza; a quanto pare la mia mente non riesce più a ragionare: ho le visioni.
Anche se fossero persone reali, non avrebbe importanza, è troppo tardi. Nessuno può aiutarmi. L'acqua gelida è penetrata nel mio pelo folto e il freddo ha arrestato il mio cuore...
E' passato molto tempo, non ricordo come e che cosa sia successo, so solo che ho riaperto gli occhi, sorpreso di essere ancora vivo.
L'ultimo mio ricordo di quegli attimi tremendi è la Paura che ho provato, la forza con cui ho cercato di resistere al gelo e alla corrente e allo stesso tempo la debolezza, che si era impossessata del mio corpo. Però ora posso raccontare tutto questo. Alcuni uomini mi hanno portato nella loro tana, mi hanno aiutato e dato da mangiare.
Se questi animali si fossero avvicinati a me, (in qualunque altro giorno) sono sicuro che avrei ringhiato contro o, in casi estremi, li avrei attaccati. Ma ora non ne ho ne le forze, nè l'intenzione. Sono stati buoni con me, mi hanno aiutato senza che io glielo chiedessi.
Nonostante tutto, in questo momento mi sento a disagio: non posso sopportare la vita da "animale domestico". Voglio correre tra i boschi, cacciare e rivedere i meravigliosi paesaggi a cui ero abituato. Spero solo che non sia questo il prezzo che devo pagare per essere stato aiutato: non voglio vivere in un recinto!

Testo 2)
Io e la mia squadra ci precipitammo sul posto in cui era avvenuto l'incidente. Camminammo spediti tra i rami e le foglie cadute che ricoprivano il terreno e che scricchiolavano sotto i nostri piedi. Raggiungemmo il luogo a noi indicato, e infine lo vedemmo. Un povero lupo intrappolato in un fiume, allo stremo delle forze. Lo tirammo fuori a fatica, l'acqua era veramente molto fredda.
Appena lo distendemmo sul terreno, ci accorgemmo che ormai i suoi occhi erano chiusi, e il suo cuore spento. Era diventato rigido dal freddo, una statua. Gli facemmo il massaggio cardiaco, ma non dava alcun segno di vita. Così io non ebbi il tempo di riflettere, e nemmeno il tempo di trovare una soluzione alternativa. Gli aprii la grande bocca e accostai la mia faccia al suo muso. Soffiai all' interno della cavità con tutto il fiato che avevo nei polmoni. Il mio alito attraversò la sua gola e si congiunse ai suoi polmoni, riscaldando internamente il corpo dell animale. Gli feci la respirazione una, due, tre volte, finché il suo corpo, e con esso la sua mente, si risvegliarono. Contemporaneamente dovemmo asciugargli il pelo, ma le coperte a nostra disposizione non erano sufficientemente calde. Quindi lo riscaldammo con il fon.
Il peggio era passato, sia per la squadra, sia per il Lupo. Però il solo pensiero di quel che ha provato il povero animale mi fa rabbrividire.
Ora è tutto un brutto ricordo: il Lupo (che abbiamo deciso di chiamare Navarre), è sotto la custodia di persone che sanno come accudirlo, quindi non dovrà più temere nulla.
Aspetteremo il momento adatto, quando ritornerà di nuovo nel pieno de
lle fo
rze, per farlo tornare alla sua solita e felice Vita da Lupo.

 Testo 1)
Tra un po’ andrò a caccia per sfamare i miei adorati cuccioli.  E’ da molto tempo che non porto loro da mangiare. Ormai arrivato nel bosco individuo subito la preda. Sicuro che è già mia, mi avvicino velocemente, ma sento degli spari. Saranno cacciatori.
Mi ritrovo nel fiume con 35 pallottole, che dolore! Non mi sento per niente bene, ho molto freddo e non riesco a muovermi.
Dopo cinque minuti d’ inferno, arrivano delle persone, per fortuna non sono quelle di prima. Scommetto che prenderanno moltissima paura. Invece non ce l’hanno, si avvicinano…. Chi saranno?  Mi prendono e mi portano in un luogo caldo, nella casa di una signora. Mi sento morire. Ad un tratto, la ragazza che mi aveva preso per le zampe, si avvicina e mi pratica la respirazione bocca a bocca. Ritorno alla vita.


Qualcuno ha scritto “ le zampe mi si sono congelate, .. chi è questa donna che mi sta così vicina? Cosa mi sta succedendo?”;un  altro ha aggiunto”  sentivo che era giunto il momento di lasciare questo  mondo; un altro ancora”tentai disperatamente la respirazione bocca… mi scoppiava il cuore dall’emozione” ma, in chiusura ,la frase che ritengo  più significativa è questa“abbiamo deciso di lasciarlo ( il lupo) fuori, ma controllato dalle telecamere nascoste per non disturbarlo mentre si stava lentamente riprendendo in mano la propria vita”.
 Ancora una volta la scuola, per chi ci insegna, è un’esperienza sempre nuova e preziosa.
 Enrica Ricciardi









Data: 06/03/2012
Autore: enrica ricciardi
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